La scelta di affrontare un percorso di PMA mette a dura prova ma è anche una grande occasione per conoscere, imparare, rafforzare il rapporto con se stessi e con il partner, in quanto la complessità di tutte le emozioni connesse alle disavventure del corpo non può e non deve essere messa in secondo piano. È fondamentale tenere conto delle tante emozioni che vengono sollecitate nel corso di queste esperienze, sia a livello individuale che di coppia, qualunque sia l’esito finale del percorso di PMA (Procreazione Medicalmente Assistita). Dietro questo acronimo ci sono le storie di migliaia di donne, di coppie che intraprendono un percorso spesso molto duro.

È un percorso intrinseco di ostacoli che ti prova a livello psicologico e fisico.  Per questo l’esperienza porta a consigliare di spendere qualche minuto in più per cercare a chi affidarsi, specie all’inizio. Inizia così un nuovo capitolo di vita per la coppia, dal percorso non facile.  L’infertilità e la sterilità sono esperienze che investono tanto il corpo quanto la mente e colpiscono entrambi i membri della coppia, sfidando la stabilità della relazione.  Tale condizione deve però passare attraverso una visione più ampia e dunque non più limitata alla sola capacità di riprodursi ma estendersi anche alla possibilità di creare, dare forma di vita ai progetti, attivando le risorse che servono per alimentare il benessere generale di cui si ha bisogno per vivere meglio.  Le strategie e le tecniche di procreazione medicalmente assistita sono in continua evoluzione e offrono grandi prospettive contro i problemi di infertilità, ed i risultati vengono amplificati, potenziandosi, se si migliora lo stato di salute e il benessere generale di chi le adotta.

Storia di Pablo e Marizza: Sterilità…. Un lutto bianco che si attraversa ogni giorno

Siamo Pablo e Marizza (nomi di fantasia), una giovane coppia di 34 e 31 anni, viviamo a Reggio Calabria e siamo sposati da un anno e mezzo. Ci siamo conosciuti nel febbraio del 2020 grazie ad un viaggio, fu amore a prima vista, da allora siamo diventati inseparabili. Nel mese di gennaio 2022 viene fuori una patologia, ovvero l’endometriosi ma ci dicono che per concepire possiamo aspettare, che non c’è fretta. Nel 2023, però, i sintomi peggiorano e nel mese di marzo io (Marizza) finisco in sala operatoria con un’endometriosi da IV STADIO. Nel mese di settembre del 2023 da coppia solida, insieme alle difficoltà giuriamo amore eterno davanti all’altare e tre mesi più tardi il mio Pablo verrà operato di Varicocele. Attualmente stiamo affrontando un percorso di PMA (Procreazione Medicalmente Assistita). Siamo una coppia felice, realizzata sul lavoro, che con tanti sacrifici è riuscita ad acquistare la casa dei loro sogni ma che non riesce a chiudere quel cerchio, e guardiamo la nostra casa provando una sensazione di vuoto, un lutto per una presenza mai vissuta. Ci sono giorni in cui diamo ampio spazio alla routine, altri in cui ascoltiamo storie di coppie che hanno raggiunto il loro sogno, altri in cui veniamo chiamati dal bimbo dei vicini che tanto ci cerca desiderando di passare del tempo con noi: lo prendiamo in braccio come se stessimo stringendo nostro figlio, lui è felice perché nella sua innocenza da bambino percepisce i nostri stati d’animo. Nel frattempo il nostro percorso di PMA procede tra alti e bassi, stimoli ed ostacoli che ci fanno scoraggiare ed allo stesso tempo ci danno la forza a non mollare. La relazione della coppia diade e sterile è messa davanti ad un bivio a partire dalla scoperta della realtà, ma sarà l’andamento del percorso a mettere a dura prova quel rapporto ed è lì che si percepisce la fortezza.

La PMA ci rende forti, ci indebolisce, distrugge i nostri stati d’animo ma al contempo li fortifica, ed insieme versiamo lacrime che rappresentano il nostro dolore: la sterilità ci fa sentire dei falliti e la PMA dei lottatori. Ci sono giorni in cui poniamo alla vita delle domande ma solo il tempo ci potrà svelare le risposte. Il percorso di PMA è impegnativo: il medico che ascolta i pazienti e che costruisce una relazione di scambio, comprensione e fiducia con chi ha di fronte; chi si rivolge a lui deve essere disposto a mettersi in gioco in prima persona, in una sorta di approccio di responsabilità condivisa, con obiettivi e successi da raggiungere insieme tramite una comunicazione costante che non riguarda solo il corpo ma anche la mente e la sfera emotiva. Se aiutati, se non lasciati soli, se accompagnati con metodi e strumenti professionali specifici, si può divenire più capaci di accettare la sfida e scoprirsi più forti, così da crescere il benessere individuale e di coppia che darà dei genitori migliori ai figli che arriveranno. D’altronde si è genitori ancora prima di esserlo, dal giorno che si desidera un figlio. La genitorialità non si esaurisce in un semplice ruolo, quello del genitore, ma si esprime nella capacità del saper prendersi cura di un/a figlio/a, che può prescindere dalla maternità e paternità biologiche. Avere un figlio è un desiderio naturale, un’esperienza meravigliosa che però non è sempre facile da realizzare. Indubbiamente questo sogno, meta, a volte richiede di affrontare quest’avventura di vita così importante in un modo consapevole e sereno, ma ciò deve essere accompagnato dal desiderio che prende forma e colore in fondo al cuore rappresentandone il raggiungimento che accede e mantiene vivo il fuoco della speranza. 


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