“L’origine del gusto, inteso quale capacità di scoprire con finezza e prontezza la misura del piacere che ogni cosa deve procurare agli uomini, è in noi stessi” (Montesquieu, Saggio sul gusto, in L’Estetica). Il concetto di gusto enuncia nel suo significato più comune, la capacità di giudizio non riconducibile a regole astratte, ma congiunta ad una facoltà indipendentemente autonoma di tendenza, che si delinea come una dote, un’abilità nel saper scegliere, non assimilabile alla ragione, o concomitanti regole intellettuali. Il gusto è semplicemente un dono, una facoltà autonomamente indipendente dall’orientamento, pura ingegnosità. Saper scegliere è una concessione preziosa, o che dir si voglia, il ponte utile nel saper porre una giusta misura agli eccessi, permettendo una proficua comunicazione tra la passione e la ragione.

Nel contesto della cultura italiana il cibo ha da tempo immemore assunto un ruolo di grande rilievo e spessore. Il cibo è condivisione, il medium percorribile tra i saperi ed i sapori gastronomici laddove si intersecano tradizione, storia e filosofia. Nei secoli la grande creatività italiana ha saputo imprimere il suo marchio in tutti i continenti, realizzando perché no, un modello organico globale di storia dell’arte culinaria delle grandi tradizioni, prediligendo l’evoluzione del gusto e del costume della buona tavola, che nel corso del tempo si riserva in ciascuna usanza, in quei veri e propri scrigni della cultura gastronomica che sono i ricettari. Da sempre il cibo è un modo per nutrire non solo il corpo ma anche il nostro spirito, e fin dai tempi antichi viene impiegato per far festa, per alleviare la noia, tirarsi su nei momenti di tristezza e angoscia. La sua stessa preparazione è momento di riflessione, cura in quello che si fa, preparato prima di tutto per noi stessi nonché per le persone alle quali lo si offre.
La cucina è istrionica
Tramite il cibo comunichiamo qualcosa in modo diretto agli invitati che attendiamo, come ad esempio la nostra voglia di piacere loro, la stima verso di essi, le loro famiglie.

Da sempre il colore, la presentazione del piatto, ed il gusto, rappresentano un legame unico, un’esperienza sensoriale e di relazione tra chi cucina e coloro che consumano. Uno tra gli elementi centrali, (il leitmotiv), è rappresentato dal piacere connesso all’intera sfera alimentare, dalla scelta dei cibi, ai discorsi su di essi, alla cucina per sé o per gli altri, alla condivisione, al consumo. Gli aspetti fisiologici, psicologici, sociali e culturali si fondono insieme dando luogo ad una fitta rete di significati simbolici che arricchiscono il gusto di ogni pietanza. Il gusto è qualcosa che si può affinare, educare, al fine di rendere più completa e piacevole la propria esistenza.
Perché tutto questo? Per stare bene con noi stessi e con gli altri. Il cibo è fonte della nostra essenza di vita, del benessere, in un rapporto ineluttabile di reciproca influenza tra mente e corpo, anima e cervello.
Sapore, piacere, sapere e tradizione
Chi di noi non predilige un cibo per un altro o un tipo di cottura o un altro? Vivere in equilibrio con il nostro corpo rispettandolo in tutto e per tutto, dovrebbe essere l’antitesi pressante che guida tutti i comportamenti di noi esseri umani. Discutere di alimentazione consapevole, di ecologia dell’organismo, di cibi ricchi di fibre, di naturalità, può apparire agli occhi dei più, estremamente passato di moda in una società come la nostra, dove ormai l’unica dimensione è il fare tanto, troppo in fretta e non importa come.

I principi guru corrispondenti ad un’alimentazione sana, ed un buon esercizio fisico rappresentano i due più potenti mezzi naturali per mantenere corpo e mente in salute ed in piena efficienza. Essi, quindi, sottoscrivono l’importanza di uno stile di vita capace di garantire il massimo della longevità verso una migliore qualità di vita possibile per noi individui. A volte però sembrano solo chiacchiere ed è inutile giraci troppo intorno in quanto com’è noto da sempre nella società di oggi tutto è ribaltato. Con l’incalzare dell’era dell’industria alimentare e conserviera, della ristorazione collettiva e della pubblicità, si è radicalmente passati da sistemi alimentari quantomeno genuini, di tradizione locale, a sistemi industriali dove la massificazione uniformante fa da padrone, e non solo: per dare un sapore migliore ai prodotti, vengono aggiunti grassi a gogo. Tanto migliore è il sapore maggiore è il numero di persone che consumano un certo tipo di prodotti, ma ahinoi! più si mangia in modo erroneo, più la nostra salute ne risente. Al giorno d’oggi poiché troppo impegnati non abbiamo tempo di preparare pasti con ingredienti freschi e ripieghiamo acquistando alimenti quasi o interamente pronti per essere consumati. A nostro discapito, quindi, non facciamo altro che ingerire cibi elaborati, ricchi di grassi, zucchero, sodio e conservati chimici.
Ecco sopraggiungere il nostro appello: fermatevi finché siete ancora in tempo!
Tuffatevi nel benessere dettato dagli alimenti sani e a quel punto sarete immuni dal continuare a scegliere se stare bene abbandonando il cibo spazzatura, che si, magari vi piacerà sempre e comunque perché ghiottissimo, ma di cui avete la riprova che vi fa davvero male. Mangiare meglio, in modo sano, seguendo dieta regolare, bilanciata, è la via della salvezza.
POST A SEGUIRE: UNA NUTRIZIONE SUPERIORE PER AVERE UN CORPO SEMPRE SANO E IN FORMA
Articolo davvero interessante, ne aspetto altri con ansia
Grazie❤❤❤