Disporre di una grande forza di carattere; fiducia in sé stessi convergente nella spinta di compiere il primo passo; di un’intraprendenza tale da avvicinarsi alla strada del successo; di una volontà riflessiva, risoluta, tenace; del potere di dominarsi, di essere consapevolmente sicuri senza provare alcuna soggezione alla presenza di chiunque: tutto questo in realtà sembra inaccessibile alla maggior parte di noi. Con una discreta motivazione ed uno sforzo adeguato è possibile coltivare la propria competenza emotiva aggiungendola a livello individuale al nostro kit degli attrezzi per la sopravvivenza e la sicurezza. Soprattutto quest’ultima, se sufficiente, diviene una componente essenziale nella sfera dei rapporti personali, di amicizia, di lavoro, quale vero e proprio dato di contatto nelle aree di indecisione e imprevedibilità che popolano il mondo esterno. Individuare con facilità ed in modo anticipato i rischi potenziali sviluppando adeguate azioni di prevenzione, correzione, controllo per ridurre il rischio di errori, migliorare la capacità di produzione di conoscenze, e/o apprendimento individuale in situazioni di insuccesso, necessita di una prassi operativo-organizzativa capace di rappresentare i processi di costruzione di risorse che apportano ad un perfezionamento continuo, riducendone i fallimenti.

Ciò che la vita a volte ci pone sono regole non scritte. Un giorno esci di casa vivi la tua giornata come sempre e poi per caso, per un’assurda combinazione ti ritrovi a dover affrontare esperienze negative, delle vere e proprie sconfitte che lasciano il segno. Il mondo che quotidianamente osserviamo attraverso i nostri occhi e le nostre esperienze è di difficile interpretazione. Tutto viene messo in discussione in quanto viviamo in prima persona e sulla nostra pelle le criticità da un punto di vista affettivo, sociale, lavorativo…… Ovviamente dall’emergenza non si dovrebbe passare al disastro, difatti, se la situazione dovesse sfuggire di mano per esaurimento/inefficacia delle risorse disponibili o tempistica a disposizione si dovrebbe poter contare sulla focalizzazione sia sulle nostre necessità che spingono  verso un percorso ordinato volto ad ottenere soddisfazioni, nonché la possibilità di trasformare l’evento doloroso e traumatico in un processo di crescita.

Ma da cosa può dipendere il salto di qualità? 

Essere attivi è la prima destinazione dell’uomo. Tutti gli intervalli di tempo in cui egli è costretto a stare in quiete, egli dovrebbe impiegarli nell’acquisizione della conoscenza delle cose esterne, perché questo gli faciliterà l’azione”.

J. W. Goethe, Wilhelm Meister

Di sicuro per essere pronti nel respingere situazioni scomode bisogna lavorare sulla promozione della resilienza. Il termine “resilienza” viene frequentemente utilizzato in ambito psicologico ma il suo concetto deriva dal mondo della scienza dei materiali, nel quale sta ad indicare la capacità di un corpo di resistere ad urti improvvisi senza spezzarsi. Per similitudine, nell’ambito della psicologia, indica la capacità di una persona di resistere alle difficoltà della vita senza farsi abbattere, la capacità di affrontare situazioni difficili e complesse senza risultarne stressati, bensì rinforzati e migliorati. Gli studi di psicologia confermano che la resilienza si apprende con l’esperienza. È molto importante iniziare con il diventare coscienti dei propri limiti e delle proprie potenzialità, per poi imparare ad impiegare le seconde a sostegno e supporto dei primi. È fondamentale spostare l’attenzione sui fattori di protezione, cioè su quegli elementi che contribuiscono a supportare la persona in difficoltà. Occorre imparare ad accogliere le sfide e, quindi, essere disponibili a mettersi in gioco e fronteggiare le difficoltà con positività. Occorre voler intraprendere un cambiamento. La resilienza, si costruisce attraverso le difficoltà. Le crisi esistenziali e le numerose avversità che incontriamo lungo il nostro percorso di vita, offrono la possibilità di far emergere il meglio di noi stessi nel momento in cui ci disponiamo ad affrontare i problemi. Sostanzialmente ciò che caratterizza il concetto di resilienza è esattamente questo: i nostri momenti peggiori possono rivelarsi come quelli più vantaggiosi. La maggior parte delle persone, pur essendo esposte ad un particolare evento critico, e trovandosi in una situazione o condizione di immenso dolore e disperazione, afferma di essere riuscita a trarre qualcosa di vantaggioso e buono da quella condizione avversa. Tutto ciò indica la capacità intrinseca di un individuo di sapersi adattare in maniera positiva alle avversità, resistendo all’impatto senza incrinarsi, mantenendo e consolidando le proprie capacità facendo leva sulle proprie risorse che, proprio nel momento di intensa difficoltà, riescono ad emergere. Tale capacità che ci permette di superare le difficoltà e di uscirne rinvigoriti è dunque un cammino da percorrere lungo l’arco dell’esistenza che però necessita di essere stimolato mediante interventi rivolti al singolo e all’ambiente sociale in cui vive, in ottica preventiva e curativa. È possibile risanare le ferite subite, e anche se in un primo momento ci sentiremo morire in seguito ne usciremo rinforzati.

POST A SEGUIRE: PRATICA DELL’EMPATIA – LA RIVOLUZIONE DELLE RISORSE UMANE