Se si digita sul dizionario Treccani “Skill” si ottiene una definizione più o meno esaustiva di cosa si tratta: [Skill] è l’insieme delle abilità e competenze possedute da un individuo. Dunque si tratta di tutte quelle competenze che definiscono il valore che un lavoratore può apportare all’azienda. Le soft skills riguardano le abilità interpersonali che aiutano una persona a lavorare efficacemente con gli altri. Il nome trasversali deriva dal fatto che si intersecano con ogni aspetto della vita lavorativa e privata del dipendente. Conoscere, sviluppare e valorizzare le competenze trasversali dei propri dipendenti è di fondamentale importanza per qualsiasi azienda che abbia come obiettivo quello di mantenere una sana cultura aziendale e riuscire ad emergere in un mercato del lavoro sempre più competitivo

Competenze trasversali o soft skills

In riferimento ad una terminologia certamente abusata ma alquanto efficace è possibile affermare che mentre le conoscenze riguardano il sapere e le capacità/abilità il saper fare,le competenze, si riferiscono al saper essere di una persona. Le conoscenze e le abilità, pur se unite ad una buona motivazione, non sono in grado di assicurare, soprattutto a livello professionale, prestazioni eccellenti. Queste necessitano di quel qualcosa in più dato proprio dalle competenze, che andando oltre il livello delle conoscenze e delle abilità, consentono la loro applicazione nelle situazioni reali.      

Le competenze trasversali sono i tratti della personalità, comportamenti, e abitudini di una persona che indicano come si approccia al mondo. Sono caratteristiche difficili da quantificare, in quanto non esiste un metodo di misura oggettivo per loro. Tutti noi possediamo queste competenze. Quello che cambia è dove ci si posiziona sullo spettro di ognuna di esse.  Un esempio pratico di soft skills è la capacità di ricevere critiche. Tale competenza si dimostra accettando e facendo tesoro della critica, se invece la persona ha una reazione negativa ad una critica, allora è carente in questa soft skills. Altri esempi di soft skills sono il lavoro di squadra, la leadership, l’empatia, il pensiero critico e l’intelligenza emotiva, che oggi, ancora una volta, si stanno evolvendo adattandosi alle nuove tecnologie e alle metodologie che sono alla base dei business moderni.

Vediamo alcune delle soft skill tradizionali e come sono cambiate nell’ambiente di oggi:

  • Time management: si include anche la capacità di bilanciare vita personale e professionale, la capacità di “staccare la spina”, di delegare, di saper gestire le proprie task anche in remoto.
  • Decision making: non vanno tralasciati il pensiero innovativo, il problem solving creativo, la capacità di valutazione del rischio.
  • Team building: con la tendenza sempre più predominante verso il remote working, sono necessarie la capacità di collaborare da remoto, di lavorare in un ambiente agile, di saper gestire i propri team anche non in presenza.
  • Communication skills: con tutti gli strumenti a nostra disposizione, le capacità comunicative vanno ben oltre quella face-to-face, ma includono saper usare i dispositivi tecnologici a disposizione, avere una buona etichetta nelle comunicazioni virtuali, sviluppare un’intelligenza emotiva e l’ascolto attivo.
  • Anche le capacità di public speaking si sono spostate nel mondo digitale, in cui è necessario sapere come partecipare a una videoconference, come organizzare un meeting online e come parlare in webcam.

Migliorare le capacità del pensiero critico

Le soft skill, per quanto possano essere allenate, sono intrinseche nel carattere di una persona.

Le soft skill sono diventate ormai essenziali nel bagaglio di un buon collaboratore, ma hanno una natura poco tangibile, anche se detengono il primato di essere un fattore da tenere in considerazione per qualsiasi tipo di profilo. Un esempio sono le risorse dell’IT: se fino a pochissimo tempo fa erano valutate solo in base alle loro competenze tecniche, oggi anche per loro sono importanti quelle soft skill necessarie per lavorare in team. Ciò accade per due motivi:

  • la digitalizzazione di tutti i business mette i reparti tech/IT in prima linea e ciò significa che questi team sono fortemente coinvolti nei piani di digital transformation delle aziende;
  • le imprese si impegnano nella formazione dei propri talenti e non hanno problemi a prendere un talento IT junior e farlo crescere all’interno dell’azienda.

Queste figure sono i portavoce dell’innovazione in azienda e devono saper comunicare e collaborare, non solo tra loro, ma anche con tutti gli altri colleghi; per questo oggi le soft skill più ricercate sono la capacità di teamwork, l’accountability, l’apertura mentale, il problem solving. Un nuovo linguaggio di programmazione oggi è impossibile impararlo in sei mesi: ma la capacità di sapersi relazionare con gli altri e lo spirito d’avventura per poter perseguire progetti ambiziosi sono soft skill innate.

Con una cultura aziendale sempre di più incentrata sulla persona e meno sul dipendente, è naturale che le soft skill abbiano acquisito più importanza e valorizzarle o spingere ad allenarle, in un’epoca in cui l’employer branding ha assunto più importanza che mai è un requisito fondamentale per assicurarsi che i lavoratori siano portavoce naturali dei valori aziendali, e che siano orgogliosi di esserlo.

Che siano considerate una priorità quando si assume, o un contorno gradito, è indiscutibile che l’insieme di pensiero critico, intelligenza emotiva, doti di linguaggio e capacità di relazionarsi sia un pacchetto essenziale se si vuole costruire un team che funzioni e che contribuisca al successo e al benessere aziendale.

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